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104 la regola

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regola di San Benedetto.djvu{{padleft:111|3|0]]che l’Abbate non abbia data, gli siano applicate le più gravi pene. E perchè questo vizio di proprietà sia estirpato sin dalla radice, l’Abbate dia a tutti quello ch’è necessario; cioè la cocolla, la tonaca, le scarpe, le calze, le brache, la coltella, lo stilo, l’ago, la pezzuola, le tavolette, per toglier di mezzo ogni scusa. L’Abbate però sempre consideri quella sentenza degli Atti degli Apostoli; cioè, che davasi a ciascuno ciò che gli occorreva. E così dunque l’Abbate tenga di conto il bisogno dei deboli, e non il mal volere degl’invidiosi. E in tutti i suoi giudizii pensi alle retribuzioni di Dio.


Della mensa dell’Abbate.

CAP. 56.°

La mensa dell’Abbate sia ogni dì cogli ospiti e coi pellegrini. Quando poi son pochi gli ospiti, sia in sua facoltà invitare quei fratelli che vuole.

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