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di s. benedetto 169

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regola di San Benedetto.djvu{{padleft:176|3|0]]fatto peccando, e che ne hai perduto. — Sospira e dubita (com’è detto nel quarto libro dell’Imitazione di Cristo) di essere ancora così carnale e mondano, tanto poco mortificato nelle passioni, tanto inchinevole agli stimoli della concupiscenza; sì mal custodito ne’ sensi esterni, sì sovente smarrito in molte vane fantasie; sì vago delle cose esteriori, sì negligente delle interiori; tanto facile al riso ed alla dissipazione, tanto duro al pianto ed alla compunzione; tanto pronto ai rilassamenti e ai commodi del corpo, tanto mal disposto al rigore ed al fervore; sì curioso a sentir novellare e a rimirare cose aggredevoli, sì lento ad abbracciare le cose umili ed abjette, sì cupido di posseder molto, sì parco nel donare, sì tenace a mettere in serbo; sì sciolto nel parlare, sì incontinente nel tacere; tanto scomposto ne’ modi, tanto petulante negli atti; tanto ghiotto nel mangiare, tanto sordo alla parola di Dio; tanto solle-

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