< Pagina:La regola di San Benedetto.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
182 la regola

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regola di San Benedetto.djvu{{padleft:189|3|0]]la tua liberazione dai travagli; ed affinchè, sottratti a qualsivoglia male, lieti a te rendano le maggiori grazie.

Ancora ti offerisco orazioni propiziatorie per coloro che m’hanno offeso o contristato o vituperato in qualche modo, o mi hanno recato alcun danno e gravezza; e per coloro altresì che per avventura io ho punti comunque, soperchiati e scandolezzati in parole o in fatti, con animo deliberato o sbadatamente; affinchè a tutti insieme tu perdoni i nostri peccati e le reciproche offese.

Svelli, Signore, dagli animi nostri ogni sospetto, sdegno, ira e contesa, tutto ciò che possa offendere la carità ed affievolire la fraterna benevolenza.

Abbi pietà, Signore, abbi pietà di coloro che a te gridano mercè: concedi la tua grazia a chi n’ha di bisogno; e rendici tali, che siam degni di godere i tuoi favori, ed acquistare vieppiù all’eterna beatitudine: Così sia.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.