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30 | LA REGOLA |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regola di San Benedetto.djvu{{padleft:37|3|0]]peccato, convien guardarsi dal cattivo parlare. Adunque, per serbare la gravità del silenzio, di rado si conceda ai perfetti discepoli licenza di parlare, ancora che di buone, sante ed edificanti cose; poiché sta scritto: Nel molto parlare non isfuggirai il peccato. — E altrove: La morte e la vita sono in potere della lingua. — Giacché conviene al maestro il parlare e l’insegnare, e al discepolo il tacere e l’ascoltare. Epperò se si ha da richiedere qualcosa al Superiore, si faccia con ogni umiltà e soggezione e riverenza. Gli scherzi poi e le parole oziose e ridevoli vogliamo in tutti luoghi perpetuamente vietate, né a simile parlare permettiamo che il discepolo schiuda mai il suo labbro.
Dell’umiltà.
CAP. 7.°
La Scrittura divina, o Fratelli, grida a nostro insegnamento, e dice: Chiun-