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38 LA REGOLA

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La regola di San Benedetto.djvu{{padleft:45|3|0]]anime vostre al Signore, perocché egli è buono, ed eterna è la sua misericordia. — Come anche il Profeta: Io ti feci aperto il mio delitto, né celai le mie ingiustizie: ho detto, io esporrò contro me i miei peccati al Signore; e tu mi rimettesti l’empietà del mio cuore. —

Il sesto grado di umiltà è, che il monaco sia contento di ogni cosa vile e di ogni penuria; e giudichi sé come inetto e indegno operajo in tutto quel che egli è comandato, dicendo col Profeta: Io mi sono ridotto al niente, e nol seppi: son fatto come giumento al tuo servigio, e sempre sono con te. —

Il settimo grado di umiltà è che non solo ci confessiamo con la bocca inferiori a tutti e i più dispregevoli, ma ancora il crediamo nell’intimo del cuore, umiliandoci e dicendo col Profeta: Io poi son verme e non uomo, obbrobrio degli uomini e feccia della plebe: io mi sono esaltato, e tu mi hai umiliato e confuso. — E simil-

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