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* xv. *

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(Ma con retto cammin) sempre si move.
195Solo non può, qual del Cavallo è stile,
I nemici assalir con curvo salto.
Al corso suo non già confine o meta
Mai si prescrive: ove l’ardor la spinge
Ella avventar si può, pur chè de l’Oste
200Nemica o sua nessun le chiuda il passo;
Poi che niun sorpassar mai può le schiere
Di salto: è questo al sol Caval concesso.
Più cauti movon l’arme entrambo i Regi,
Ove del popol tutto, e de la guerra
205Ogni speranza, ogni fiducia è posta.
Salvo il Re, pugnan gli altri arditi e franchi;
Morto lui, cede ogn’uno, e il campo lascia:
Che tutti ei preso in sua ruina involve
Dunque non mai trascorre; a lui devoti
210Mostransi tutti, e tutti in folta schiera
Chiudonlo in mezzo a sua difesa accinti.
Spesso per lui sottrar da l’armi, il petto
Ogn’uno a i colpi espone, ogn’un desìa,
Pur che viva il suo Re, perder la vita.
215Non è sua cura, o d’eccitare a l’armi,
O di ferir; ma basta sol, che attento
A i perigli si tolga, e morte schivi.
Non fia però, che impunemente alcuno

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