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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La scaccheide.djvu{{padleft:36|3|0]]
Figlio di Maja in amistà congiunto,
570Pensando va se destra ed opportuna
Occasion s’aprisse, ond’a l’Amico
Giovar ei possa, e tutti i casi osserva.
Indi due corpi estinti, e in guerra presi,
Un nero Fante, e un faretrato Arciero
575Da quei, che già da l’alma vita esclusi,
E privi del soave aer sereno
Giacendo stanno, ei toglie, e gli sospinge
Furtivamente al sanguinoso Agone.
E già con novo ardir i redivivi
580Due Prigioner menan le mani, e il campo
Scorron di ferro e di valore armati:
Non altrimenti uno pur’ora estinto
Cadavero tal’or dal suolo aperto
Colchica Maga, o Vergine Massìle
585Fuor tragge, e co’ i ferali Inni implorando
I Numi inferni, ed Ecate triforme,
Ne le membra (o stupor!) tiepide ancora
Insinua un falso spirto, e le loquaci
Avre v’infonde, e già da terra alzarsi
590Il miri, e già si move, e parla, e vede
E del Cielo e del Sol gode fra vivi.
Ciò soffrir non poteo di Giuno il figlio
Vulcan, che solo de l’indegna frode