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XV.


Eppure er mare... er mare, quann’è bello,
  Che vedi quel'azzurro der turchino,
  Che te ce sdraj longo lì vicino,
  Te s’apre er core come ’no sportello.

Che dilizia! Sentì’ quer ventarello
  Salato, quer freschetto fino fino
  Dell’onne, che le move er ponentino,
  Che pare stieno a fa’ a nisconnarello!

Eppure... sotto a tutto quer celeste,
  Ma dico, dimme un po’, chi lo direbbe
  Che ce cóveno sotto le tempeste?

Cusì uno, finchè nun ce s’avvezza,
  Che te credi che lui ce penserebbe,
  Si fino a dove ariva la grannezza?



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