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XXI.

E io ne la mi’ piccola ignoranza
  Me c’investo. Fa’ tutto quer cammino...
  Arivà’ in arto mare... Arivà’ insino...
  Insino... a quela straccio de distanza,

E védete la morte in lontananza!
  Volé’ vive’, e sentitte lì vicino,
  Ne l’orecchie, la voce der distino
  Che te dice: lassate ’gni speranza!

Ma pensa, quer che deve avé’ sofferto
  Quell'omo immassimato in quer pensiero,
  De di’: la terra c’è!... Sì!... Ne so’ certo!...

E lì, sur punto d’èssece arivato,
  Esse’ certo, percristo!, ch’era vero,
  E dové’ di’: va be’, me so’ sbajato!



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