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XXVI.

E quelli puntuali!... Appena giorno,
  Che ce se cominciava appena a vede’,
  Se n’agnedero, e come che sbarcorno
  Nun sapeveno dove mette’ er piede.

Defatti, appena scenti, se trovorno
  Davanti a ’na foresta da nun crede’,
  Dove che malappena che c’entrorno,
  Che vôi vede’, percristo!, lo stravede!...

Te basta a di’ che lì in quela foresta,
  Capischi, le piantine de cicoria
  Je rivàveno, quì, sopra la testa.

Eh, quelli, già, se sa, so’ siti barberi;
  Ma tu invece de ride’, pîa la storia
  E poi tu viemme a di’ si che so’ l’arberi;



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