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XXVII.

Chè lì, l’arberi, amico, o callo o gelo,
  Be’ quelli da li secoli passati,
  Da che Domineddio ce l’ha piantati,
  So’ rimasti accusì, quest’è vangelo.

E lì, cammini sempre in mezzo a un velo
  D’un ciafrujo de rami, intorcinati
  Co’ l’antri rami, che te so’ rivati
  Che le punte, perdio!, sfonneno er celo.

E l’erba?!... Sta intrecciata accusì stretta
  Che ’na persona, lì, si vo’ annà’ avanti,
  Bisogna che la rompe co’ l’accetta.

E poi che rompi? Si!... Ne rompi un metro;
  Ma all’urtimo bisogna che la pianti,
  Chè li fai un passo avanti e cento addietro.



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