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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:100|3|0]]
LI.
Forlimpopoli segue, allor cittade
Non men delle vicine illustre e degna.
Sinibaldo, il fratel minor d’etade,
412Regge la schiera sua sott’altra insegna.
Sono ottocento armati d’archi e spade;
Mille son gli altri: e vanno alla rassegna
Distinti in guisa, che distinta splende
416La gara che fra lor gli animi accende.
LII.
Colla gente di Fano a tergo a questa
Sagramoro Bicardi il Nunzio inchina,
E guida mille fanti alla foresta,
420Usati a corseggiar quella marina.
Allo scettro ubbidian del Malatesta
Pesaro, Fossombruno e la vicina
Senigaglia; e passar colla bandiera
424Di Paulo dianzi entro la sesta schiera.
LIII.
Poichè fu di Romagna il fior passato,
Ecco il carroccio20 uscir fuor della porta,
Tutto coperto d’or, tutto fregiato
428Di spoglie e di trofei di gente morta.
Lo stendardo maggior quivi è spiegato;
E cento cavalier gli fanno scorta,
Fra gli altri, di valor chiaro e sovrano:
432E Tognon Lambertazzi è il capitano.
LIV.
Dodici buoi d’insolita grandezza
Il tirano a tre gioghi; e di vermiglia
Seta hanno la coperta e la cavezza,
436Le sottogole, e i fiocchi sulle ciglia.
Il pretor di Bologna in grande altezza
Sopra vi siede, e intorno ha la famiglia
Tutta ornata a livrea purpurea e gialla,
440Con balestre da leva e ronche in spalla.