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OTTAVO 135

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XXIII.


Dichiarato è baron di Terradura;
  E la Battaglia5 va sotto il suo impero,
  Dove fa risonar l’antiche mura
  188L’incontro di due fiumi e ’l corso fiero.
  Tempestata di gigli ha l’armatura,
  E un levriere d’argento ha sul cimiero:
  E ’l tiranno Ezzelin l’ha fatto duce
  192Del patrimonio suo ch’egli conduce.

XXIV.


Le bandiere d’Onara e di Romano,
  Quelle di Cittadella e Musolente
  Regge; e di Fontaniva e di Bassano
  196E della Bolsanella arma la gente.
  Va con questi Campese a mano a mano,
  Campese la cui fama all’occidente,
  E ai termini d’Irlanda e del Cataio
  200Stende il sepolcro di Merlin Coccaio,

XXV.


Latino autor di mantuani versi
  Per cui la donna sua Cipada6 agguaglia,
  E i monti di Cuccagna e i rivi tersi
  204Levan la palma a quei della Tessaglia.
  Erano i Campesani in Lete immersi:
  Or li solleva al ciel l’onda castaglia;
  E forse ancor su questi scartafacci
  208Faran del nome lor diversi spacci.

XXVI.


Brunor Buzzaccarini è il quinto; e a gara
  Vanno seco Conselve e Bovolenta,
  Are, Cona, Tribano e l’Anguillara,
  212Quei di Sarmasa e di Castel di Brenta,
  Di Pontelungo, e quei di Polverara,
  Dov’è il regno de’ galli e la sementa
  Famosa in ogni parte: e questa schiera,
  216Dogata a verde e bianco ha la bandiera.

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