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DUODECIMO 215

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XXXIX.


Fu da mille cavalli accompagnato
  Dalla città fino ai vicini lidi,
  Dove trovò l’esercito schierato
  316Che ’l ricevè con suon di trombe e gridi.
  Il ponte e la riviera indi passato,
  Dai Bolognesi e loro amici fidi
  Fu ricevuto; e circa le vent’ore
  320Giunse alla lor città con grande onore.

XL.11


Il dì che venne, per trattenimento
  Le spoglie gli mostrar del campo rotto,
  Prigioni, armi, bandiere, e ogni stromento;
  324E fu in trionfo anch’egli il Re condotto.
  Indi per allegrezza il Reggimento
  Gittò dalle finestre un porco cotto,
  Ordinando che ’l dì della vittoria
  328Così si fesse ogni anno in sua memoria.

XLI.


Fece il Legato poi la sua ambasciata
  Nel pubblico consiglio; e non fu intesa
  Con quell’attenzìon ch’immaginata
  332S’era nel cominciar di quell’impresa.
  Parea strano a ciascun, che terminata
  Fosse con pari onor quella contesa;
  E rivolean la Secchia ad ogni patto,
  336E non volean che ’l Re fesse riscatto.12

XLII.


Proponeva il Legato un mezzo onesto;
  Che ritenendo il Re ch’avean prigione,
  Rimettessero poscia inquanto al resto
  340Nell’arbitrio del Papa ogni ragione.
  E quando ancor gli trovò sordi in questo,
  Nè gli potè mutar d’opinìone:
  Dunque, disse sdegnato, i nostri amici
  344Han minor fede in noi che gli nemici?

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