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DELL' OCEANO 241

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XL.


Voi fortunati alla beata sede
  Giunti a goder delle delizie antiche,
  Non affrettate oltre il suo corso il piede,
  316Ch’ a tempo volgeran le stelle amiche:
  Come all’estivo ardor l’Autun succede
  Co’ frutti a ristorar l’altrui fatiche;
  Così frutti d’Amor verran fra poco,
  320Ma non si geli poscia il vostro foco.

XLI.


Primavera d’Amore, aura gentile
  Par che spirando ai dolci scherzi alletti;
  Passa della stagione il vago Aprile,
  324E s’infiamman d’arsura estiva i petti:
  Tempra l’Autunno Amor l’arco e ’l focile
  Co’ dolci frutti suoi, co’ suoi diletti.
  Ma non sì tosto poi sazio è il desio,
  328Ch’ un freddo Verno Amor caccia in oblio.

XLII.


Godete, amanti lieti e avventurati,
  Di Primavera i fiori e la verdura;
  Soffrite della State i caldi fiati,
  332Che più gradita fia vostra ventura:
  Succederà l’Autun co’ frutti amati;
  Ma non s’estingua poi la vostra arsura:
  Che ’n noi nato il desio diventa eterno,
  336Nè State il cangia, nè lo spegne il Verno.

XLIII.


Così cantò la Ninfa, e ’n tal maniera
  Mosse la gioventù cupida e sciolta,
  Che per selve andar mattina e sera
  340Si vedea folleggiando e di se tolta:
  Vincere a lungo andar la prova spera,
  Se ben non succedea la prima volta:
  Perocchè suole ogni principio sempre
  344Ritrovare in amor contrarie tempre.

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