< Pagina:La secchia rapita.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

DELL'OCEANO 243

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:256|3|0]]

XLVIII.


Torni il Colombo a prender nova gente,
  E la conduca ove s’ha dato il vanto:
  Ei troverà compagni agevolmente,
  380E noi godremo qui felici intanto.
  Dell’infiammato petto il dire ardente
  L’incauta gioventù commosse tanto,
  Che già la maggior parte ha stabilito
  384Di non partir dall’amoroso lito.
 

XLIX.


Con trecento guerrier dal porto ispano
  S’era partito il gran Colombo; e cento
  Nati su ’l Tago avean per Capitano
  388Il superbo Pinzon gonfio di vento;
  D’Aragon cento ne traea Roldano,
  Uom di feroce e indomito ardimento;
  E cento già d’Italia i più fidati,
  392Tolomeo suo fratel n’avea guidati.
 

L.


Seco il minor fratello e ’l maggior figlio
  Conduceva il Colombo a quell’impresa,
  Che della gloria sua, del suo periglio
  396Fosser consorti entrambi e ’n sua difesa:
  O se venisse a lui del suo consiglio
  Da morte o rio destin l’opra contesa,
  Potesse uno di lor seguirla tanto,
  400Che ne portasse il desiato vanto.
 

LI.


Diego avea nome il figlio, in cui fioriva
  Sua speme, ancor fanciul d’età crescente,
  Che già sprezzando il mar col padre giva
  404A cercar nuovi regni in Occidente.
  Quantunque volge l’una e l’altra riva
  Dalla Liguria all’Austro e al Sol nascente,
  Non vide Amor fanciullo in quell’etade
  408Meglio disposto, o di maggior beltade.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.