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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:266|3|0]] St. XXXIX. Alcuni vogliono che Bologna fosse anticamente detta Boiana dai Galli Boi che quivi abitarono.

St. XLI. Manfredi Pio non fu molto distante da quei tempi: fu capo della fazione ghibellina, e vicario imperiale in quelle parti.

St. XLIII. La Secchia, che tuttavia si conserva in Modena, è veramente d’abete, e mostra che fosse nuova, con tre cerchi e ’l manico di ferro. E’ anticaglia degna d’esser veduta, come quella che tiene il terzo luogo dopo la nave d’Argo e l’arca di Noè. Salviani.

St. XLVIII. La guerra di Troia pel rapimento d’Elena successe circa 200 anni prima del tempo in cui visse Sadoc, che fu della linea d’Eleazaro, e fu Pontefice e Principe assistente del Re Davide; onde il nostro Autore dice al tempo di Sadocco, per ispiegar solamente un tempo a noi lontano.

   Aristoclea fu una bellissima giovine della Beozia, cui volendo Stratone Ocomenio rapire a Calistene d’Aliarte suo sposo, e tirandola uno da una parte, e l’altro dall’altra, restò miseramente dilacerata e morta.

St. LI. Quest’ è un’osteria sulla strada Claudia, situata dieci miglia lungi da Modena, e altrettanto lungi da Bologna.

St. LII. Bonadamo Boschetti era veramente Vescovo di Modena in quei tempi, e come uomo di fazione guelfa era stato cacciato dai Ghibellini. Questa ottava si leggeva prima così:

Era Vescovo allor per avventura
  Della città messer Adam Boschetti,
  Che celebrava con solenne cura,
  Quando i suoi preti gli facean banchetti;
  Non dava troppo il guasto alla Scrittura,
  Le starne gli piacevano e i capretti;
  E in cambio di dir vespro e mattutino,
  Giucava i beneficj a sbaraglino.



Ma perchè al Poeta parve d’aver ecceduto nel motteggiare un soggetto rispettabile per la nobiltà e pel grado, la corresse come si vede.

St. LV. Rotella, specie di arma da difesa di figura rotonda. Il Tassoni la finge di color bianco, fors per far allusione al partito ghibellino professato dai Modenesi.

   Sedici miglia lungi da Modena si trova Villafranca, in cui nel secolo del Tassoni avea la famiglia de’ conti Forni, ed ha tuttavia molte tenute: d’essa pertanto convien dedurre che fosse il giovanetto qui menzionato.

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