< Pagina:La secchia rapita.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
40 CANTO

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:53|3|0]]


XIX.


La gente4 che solcar soleva l’onda,
  E or solca il letto del gran fiume estinto,
  E quella dove cade e si profonda
  148Il Panaro diviso, e ’ndietro spinto,
  Lasciar le barche e i remi in sulla sponda,
  E mosse da guerrier nobile istinto,
  Quivi s’appresentar con lance e spiedi,
  152Cento a cavallo, e novecento a piedi.5

XX.


Per capitani avean due schericati,
  L’arciprete Guidoni6, e ’l frate Bravi,
  Che dianzi per ribelli ambo cacciati,
  156Avean con una man d’uomini pravi
  La Stellata e ’l Bonden poscia occupati,
  E ’l transito al Final chiuso alle navi.
  Or rimessi, venian con queste schiere,
  160In abito di guerra, in armi nere.

XXI.


Alderan Cimicelli, e Grazio Monte
  Seguian dopo costoro a mano a mano:
  La Staggia l’uno e la Verdeta ha pronte;
  164Quei di Roncaglia ha l’altro e di Panzano.
  Il destrier che portò Bellorofonte
  Già in alto, Grazio, e un argano Alderano,
  Nelle bandiere lor spiegano al vento:
  168E i soldati fra tutti eran secento.

XXII.


San Felice, Midolla e Camurana,
  Secento a piedi, e ottanta erano in sella.
  Nerazio Bianchi, e Tommasin Fontana
  172Gli conduceano alla tenzon novella.
  Tommasin per insegna avea una rana
  Armata con la spada e la rotella:
  Nerazio che reggea quei da cavallo,
  176Avea una mezza luna in campo giallo.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.