Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
48 | CANTO |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La secchia rapita.djvu{{padleft:61|3|0]]
LI.
Bruno di Cervarola avea il domíno
Di quella terra e del vicin paese,
Di Moran, delle Pigne e di Saltino;
404Uom vago di litigi e di contese.
Con ducento suoi sgherri entrò in cammino,
Subito che dell’armi il suono intese;
E perch’era un cervel fatto a capriccio,
408Portava per impresa un pagliariccio.
LII.
Di Bianca Pagliarola innamorato,
Fatte avea già per lei prove diverse;
E a lei che gli arse il cor duro e gelato,
412Sempre di sue vittorie il premio offerse.
Or, additando il suo pensier celato,
Un pagliariccio in campo bianco aperse,
Ch’in mezzo un telo avea fatto di maglia,
416E mostrava nel cor la bianca paglia.
LIII.
Appresso gli venía Mombarranzone
Col suo signor Ranier che di Pregnano
Reggea la nuova gente, e ’l gonfalone
420Che mandato gli avea Castellarano.
Cinquanta colle natiche in arcione,
E quattrocento gían battendo il piano
Colle scarpe sdrucite e senza suola.
424La loro insegna è un bufalo che vola.
LIV.
Brandola, Ligurciano e Moncereto
Conduceva Scardin Capodibue,
Ch’un diavolo stizzato in un canneto
428Dipinto avea nelle bandiere sue.
Col cimiero di lauro e mirto e aneto
Il signor di Pazzan dietro gli fue,
Che pretendea gran vena in poesia,
432Nè il meschin s’accorgea ch’era pazzia.