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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|La vecchia casa - Neera, 1900.djvu{{padleft:127|3|0]]Fu Anna che gli si fece dolcemente da presso, ponendo una mano sul bracciuolo della poltrona dove egli stava seduto. Si voltò rapidamente, scusandosi:

— Oh! — disse — le chiedo perdono. È così triste l’invecchiare.

— Ma si vive — rispose Anna con quanta maggior soavità potè mettere nell’accento e nello sguardo.

Il vecchio le fu grato dell’intenzione. Da molto tempo non era più avvezzo a vedere rivolti a sè gli occhi di una giovane donna e le sorrise con un resto di amabilità.

Il signor Pompeo, afferrandosi come era sua abitudine all’ultima parola pronunciata, abbracciò in un colpo solo l’occasione di far pompa di nobili sentimenti e di terminare la sua filippica rimasta in asso.

— La vita è una feconda palestra per l’uomo che sente tutta l’importanza del dovere. (Si fermò un momento ammirandosi,

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