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  E dalla fronte il crin biondo con lacrime,
  95E con singhiozzi, e con lamenti flebili
  Strappano, e il Sarno, e le sorelle ondivaghe
  Mentre chiaman dal fondo, il coro affrettasi
  Delle Najadi tutte, il Sarno affrettasi
  L’azzurreggiante Re dell’onda vitrea,
  100E immenso d’acque fuor dai gorghi suscita
  Rauco sonante un rovinoso esercito.
  Ma che il Sarno, che mai quella di Najadi
  Natante schiera può, se contro ferrei
  Stanno li fati, e in adamante rigido
  105Sculte sue leggi crudelmente indurano?
  Dell’aita così prive dei Superi,
  Cielo e luce del pari avendo in odio,
  Le Ninfe, quello sol che nei difficili
  Casi rimane, alfin la morte bramano,
  110E mosse già nel fiume per immergersi,
  Inchinavan le membra, ed anelavano
  Basse col volto verso l’onde liquide.
  Quand’ecco i pié repente irrigidiscono,
  Ed ampia la radice in fuor dell’ultime
  115Ugne spaziando, le vestigia rapide
  Rattiene, e al suolo le configge immobili.
  Nelle vene per sin l’errante spirito
  S’estingue allora, e su i volti virginei
  Un reo pallor non meritato stendesi:
  120Frena dei petti la corteccia il palpito.
  Posa non avvi; delle dita uscirsene

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