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204 | Capitolo sesto. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le aquile della steppa.djvu{{padleft:210|3|0]]vesse posseduto la forza straordinaria di Tabriz e soffocarlo con una stretta poderosa, essendo tutti robustissimi e anche coraggiosissimi.
Il kangiarro del gigante, manovrato da quel braccio d’atleta, aveva aperte tre spaventose ferite sul corpo della belva, dalle quali il sangue usciva a torrenti.
— Gli ho spaccata la spina dorsale, — disse Tabriz, che non sembrava affatto impressionato. — Se i bukari e gli usbeki hanno delle pessime pistole, sanno affilare a meraviglia i loro kangiarri.
— Come mai questo animale, che abita ordinariamente le montagne, si trova qui? — chiese Hossein che lo guardava con vivo interesse.
— È quello che mi domandavo anch’io — rispose Tabriz. — Deve essere disceso dal Kasret-Sultan, spinto forse dalla fame.
— Tu le conosci queste bestie?
— Ne ho cacciate parecchie durante la mia gioventù, signore.
— Pericolose, è vero?
— Si rivoltano contro i cacciatori e sono il terrore degli allevatori di cavalli, signore. Quantunque siano amanti del miele e delle frutta, non disprezzano la carne quando l’hanno assaggiata.
Sanno però ricompensare le loro vittime.
— In quale modo, Tabriz?
— Procurando agli allevatori di cavalli degli arrosti squisiti. La carne di queste bestie vince quella dei più grassi montoni e me ne dirai qualche cosa fra poco. —
Il gigante così parlando aveva ripreso il kangiarro e con pochi colpi vigorosi, aveva tagliato le gambe deretane dell’animale.
— Signore, scuoia questi due squisiti bocconi, mentre io preparo il forno. Faremo una colazione magnifica. —
Servendosi sempre del kangiarro scavò una buca profonda un paio di piedi e la riempì di rami secchi accumulando gli uni sugli altri.
— Ecco un forno superbo che cucinerà perfettamente gli zamponi di quel gaglioffo che voleva divorarmi.
È necessario ora avvolgerli nelle foglie, onde non si brucino.
— M’insegni a far cucina tu?
— Così Talmà non avrà da lamentarsi di te. Ah!... Stupido che sono! Non doveva rammentartela! —
Hossein si era rialzato lentamente, pallidissimo.