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il povero Eugenio, quando sentì a un tratto un rumore sordo di passi che si avvicinavano.

Si voltò: erano due carabinieri.

— Che cosa fai così sdraiato per terra? — domandarono a Pinocchio.

— Assisto questo mio compagno di scuola.

— Che gli è venuto male?

— Par di sì!…

— Altro che male! — disse uno dei carabinieri chinandosi e osservando Eugenio da vicino. — Questo ragazzo è stato ferito in una tempia: chi è che l’ha ferito?

— Io no! — balbettò il burattino che non aveva più fiato in corpo.

— Se non sei stato tu, chi è stato dunque che l’ha ferito?

— Io no! — ripetè Pinocchio.

— E con che cosa è stato ferito?

— Con questo libro. — E il burattino raccattò di terra il Trattato di Aritmetica, rilegato in cartone e cartapecora, per mostrarlo al carabiniere.

— E questo libro di chi è?

— Mio.

— Basta così: non occorre altro. Rizzati subito, e vien via con noi.

— Ma io…

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