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il piano di sopra: la quale, vedendo il burattino in così grandi smanie, gli domandò premurosamente:

— Che cos’hai, mio caro casigliano?

— Sono malato, Marmottina mia, molto malato.... e malato d’una malattia che mi fa paura! te ne intendi tu del polso?

— Un pochino.

— Senti dunque se per caso avessi la febbre. ―

La Marmottina alzò la zampa destra davanti: e dopo aver tastato il polso a Pinocchio, gli disse sospirando:

— Amico mio, mi dispiace doverti dare una cattiva notizia!…

— Cioè?

— Tu hai una gran brutta febbre!

— E che febbre sarebbe?

— È la febbre del somaro.

— Non la capisco questa febbre! — rispose il burattino, che l’aveva pur troppo capita.

— Allora te la spiegherò io; — soggiunse la Marmottina — sappi dunque, che fra due o tre ore tu non sarai più nè un burattino, nè un ragazzo....

— E che cosa sarò?

— Fra due o tre ore, tu diventerai un ciuchino vero e proprio, come quelli che tirano il

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