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le confessioni 35

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu{{padleft:37|3|0]]essenza. Ma perchè esiste? egli non ne sa nulla, e se è un pensatore sincero, non può rispondere. Io domando: «Perchè quest’essenza esiste?» Che cosa risulterà dal fatto ch’essa è e sarà?» E la filosofia non solo non risponde a questa questione, ma la pone essa stessa. Se è la vera filosofia, tutto il suo lavoro non consiste che nel porre chiaramente questa questione, e se essa si attiene fermamente a questo problema, allora alla questione: «Che sono io, e che cos’è tutto l’universo?» non può rispondere che questo: «Tutto e nulla». E alla questione: «Perchè?» essa deve rispondere: «Perchè... non lo so».

Di modo che, per quanto si studi in queste questioni teoriche della filosofia, non si ottiene nulla che sia simile a una risposta. E questo non perchè nel suo campo preciso, sperimentale, la risposta non abbia relazione con la mia domanda, ma perchè qui — quantunque tutto il lavoro intellettuale sia precisamente diretto verso la mia questione — non v’ha risposta: è la stessa questione che ritorna sotto una forma più complicata.


VI.


Mentre cercavo la risposta al problema della vita, provavo esattamente lo stesso sentimento che prova l’uomo che s’è smarrito in una foresta: sbocca in una radura, s’arrampica sopra un albero, vede distintamente degli spazî infiniti, ma si rende conto che non vi sono case, che non possono esservene; allora si immerge nel più fitto del bosco, ove non vi son che tenebre, senza nessun asilo.

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