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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu{{padleft:80|3|0]]il principio del corpo umano come della sua intelligenza. Come il mio corpo viene da Dio, così mi vengono da lui la mia intelligenza e la mia comprensione della vita; per conseguenza tutti i gradi dello svolgimento di questa comprensione della vita non possono essere falsi. Tutto ciò in cui gli uomini credono veramente dev’essere la verità; questa può essere diversamente espressa, ma non può esser menzogna. Se mi appar menzogna, vuol dire soltanto che non la comprendo.
Mi dicevo inoltre: l’essenza di ogni religione consiste nel fatto ch’essa attribuisce alla vita un senso che non è distrutto dalla morte. Perchè la fede possa rispondere alla domanda di un re morente nel lusso, di un vecchio schiavo spossato dal lavoro, di un bimbo ingenuo, di un vecchio saggio, d’una vecchia mezza pazza, d’una giovane donna felice, di un adolescente appassionato, di tutti gli uomini, nelle più differenti condizioni di vita e di educazione, questa risposta, se v’ha risposta a quest’unica ed eterna questione della vita: «Perchè io vivo? Che risulterà dalla mia vita?» questa risposta, benchè unica nella sua essenza, dev’essere infinitamente varia nelle sue manifestazioni. Più essa è unica, più è vera e profonda; più essa deve sembrar strana e mostruosa, se cerca ad esprimersi conformemente all’educazione e alla situazione di ciascuno. Ma questi ragionamenti che giustificavano per me la stranezza delle pratiche religiose erano però insufficienti per permettermi di compiere, con la fede che era il sostegno della mia vita, degli atti dei quali dubitavo.
Con tutte le forze della mia anima desideravo essere in grado di unirmi al popolo in