Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
le confessioni | 79 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di Lev Tolstoj.djvu{{padleft:81|3|0]]tutti i riti della sua religione; ma non potevo farlo; sentivo che avrei mentito a me stesso, che avrei canzonato ciò che m’era sacro, se l’avessi fatto.
Allora mi vennero in aiuto le opere recenti dei teologi russi. Seguendo questi teologi, il dogma fondamentale della fede è l’infallibilità della Chiesa. Dal riconoscere questo dogma viene per necessaria conseguenza la verità di tutto ciò che la Chiesa confessa. La Chiesa, come riunione di credenti uniti dall’amore e possedenti per questo appunto la vera scienza, divenne la base della mia fede.
Mi dicevo che la verità divina non poteva essere accessibile a un solo uomo, essa non s’apre che alla totalità degli uomini uniti dall’amore. Per concepir la verità bisogna rimaner uniti e per rimaner uniti bisogna amare quelli appunto con cui si è in disaccordo, riconciliarsi con essi. La verità s’aprirà all’amore. Se tu non ti sottometti alle cerimonie della Chiesa, violi l’amore e, facendo questo, ti privi della possibilità di conoscere la verità. Non vedevo allora il sofisma racchiuso in questo ragionamento; non vedevo allora che l’unione nell’amore può dare l’amore più grande, ma non la verità divina, espressa con parole nel simbolo di Nicea; non vedevo che l’amore non può sicuramente rendere una certa espressione della verità obbligatoria nell’unione per amore.
Allora non vedevo il difetto di questo ragionamento e, in grazia di questo, mi fu possibile accettare e seguire tutti i riti della Chiesa ortodossa senza comprenderne la maggior parte. Cercai allora di evitare con tutte le mie forze ogni ragionamento contraddittorio, e tentai di