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capitolo secondo. | 97 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:124|3|0]]si, e delle mene della Regina germanizzante, allora entrava ella a raccontare le cose de’ suoi tempi, e le splendidezze della corte, e gli intrighi e la servilità dei cortigiani, e la superba e quasi lugubre solitudine del gran Re, sopravvissuto a tutta la gloria di cui l’avevano ricinto i suoi contemporanei, per assistere alla frivolezza e alla turpitudine dei nipoti. Ella discorreva con raccapriccio dei costumi sfacciatamente osceni che si auguravano fin d’allora dalla nuova generazione, e ringraziava il cielo che proteggeva la Repubblica di S. Marco contro l’invasione di quella pestilenza. Passata dalla Corte di Francia al castello di Fratta, ella ricordava Venezia com’era stata nei primordii del settecento, non indegna ancora del suffragio serbatole nel gran Consiglio degli Stati europei; non poteva conoscere quanto in quel frattempo, e con qual lusinghiera orpellatura di eleganza, le sconcezze di Versailles e di Trianon venissero copiate vogliosamente a Rialto e nei palazzi del Canal Grande. Quando la nipote le leggeva talune delle commedie di Goldoni, ella se ne scandolezzava e le faceva saltar via qualche pagina; qualche volume anche avea creduto bene di toglierselo lei e serrarlo sotto chiave; nè avrebbe mai immaginato che quanto a lei sembrava sfrenatezza di lingua e licenza di pensieri, nei teatri di S. Benedetto di S. Angelo facesse anzi l’effetto di sferzare costumi ancor più rotti e sfrontati. Talvolta anche si veniva sul discorso delle riforme già incominciate da Giuseppe II massime nelle faccende ecclesiastiche; e la vecchia divota non sapeva bene se dovesse increscerle di quel vitupero fatto alla religione, o consolarsene di vederlo fatto da tal nemico ed antagonista della Repubblica, che ne sarebbe poi sicuramente punito dalla mano di Dio. I Veneziani sentivano da gran tempo, massime nel Friuli, la pressura dell’Impero; e se aveano resistito colla forza al tempo della lor grandezza militare, e cogli accorgimenti politici al