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capitolo terzo. | 151 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:178|3|0]]che s’avvicinava. E la Martinella allora mi piantò lì con una scrollata di spalle, movendo incontro a quello, come per domandar la limosina. Il cavallo sbucò fuori dopo un istante dall’affossamento di quella stradaccia, e l’era un puledro focoso e robusto, colle nari tremolanti e la bocca coperta di schiuma. Sopra poi stava un uomo lacero e grande, con una barbaccia grigia sperperata ai quattro venti, e un cappellaccio appassito dalle pioggie che gli batteva sul naso. Non aveva nè staffe, nè sella, nè briglia; e solamente stringeva i capi della cavezza coi quali batteva le spalle della cavalcatura per animarne la corsa. Così a prima giunta egli mi svegliò una lontana idea di quel barbone che m’avea ricondotto a casa la sera prima: ma il sospetto divenne certezza quando colla sua voce rauca e vibrata corrispose al saluto dell’accattona. Costei si volse accennando me dello sguardo, ed egli allora, fermato il puledro vicino alla vecchia, le si piegò all’orecchio, per bisbigliarle alcune parole. La Martinella si rasserenò tutta levando le braccia al cielo, e poi aggiunse a voce alta: — Dio e San Rocco rimeritino voi della vostra buona azione. E quanto alla carità io mi fido, e ricordatevi in fin di settimana!
— Sì, sì, Martinella! e non mancatemi! — soggiunse quell’uomo stringendo colle gambe il ventre del puledro e prendendo di gran corsa per la strada della Laguna. Quando fu lontano, egli si volse per far alla vecchia un segno verso la strada per la quale era venuto; poi cavallo e cavaliero scomparvero nella polvere sollevata dalle zampe di quello.
Io stava tutto intento a quella scena, quando, togliendo gli occhi dal luogo ove era scomparso il cavallo, li portai sulla campagna dirimpetto, dove vidi appunto la Pisana e il fanciullo dello speziale che correvano molto affannati alla mia volta. Io pure mi diedi a correre verso di loro, e la Martinella mi gridava: — Oh dove corri ora, Carlino? — ed io a risponderle: — La è là, la è là la Pisana! Non la vedete? —