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154 | le confessioni d’un ottuagenario. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:181|3|0]]vuto tutto il suo coraggio, e mostrava da ultimo un contegno più sicuro di tutti noi.
— No, no; diss’ella: prima di pregare bisogna correre a Fratta, ad avvertire il cancelliere e Marchetto di quei brutti musi che abbiamo veduto. Oh non tocca al cancelliere a tener lontani dal feudo del papà i malviventi?
— Sì certo, — risposi io, — ed anco li fa metter in prigione a suo talento.
— Or dunque andiamo a far metter in prigione quei quattro brutti uomini, — riprese ella trascinandomi verso Fratta. Non voglio, no, non voglio che mi spaventino più. —
Donato ci seguiva posto affatto in non cale dalla capricciosa fanciulletta; e la Martinella erasi rimessa in ginocchione dinanzi a san Rocco, come se nulla fosse stato.