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246 le confessioni d’un ottuagenario.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:273|3|0]]e del fattore, che chiedevano esser ricoverate nella casa padronale come in luogo più sicuro. In tinello era un affacciarsi confuso e precipitoso di volti sorpresi e sparuti, un goffeggiare di preghiere e di segni di croce, un piangere di donne, un bestemmiare di uomini, un esorcizzare di monsignori. Il conte avea perduto la sua ombra, che avea stimato opportuno di ficcarsi più ancora all’ombra sotto il tappeto della tavola. La contessa quasi svenuta guizzava come un’anguilla, la Clara s’ingegnava di confortarla come poteva meglio. Io per me aveva presa tra le braccia la Pisana, ben deciso a lasciarmi squartare prima di cederla a chichessia: il solo Lucilio avea la testa a segno in quel parapiglia. Domandò a Marchetto ed ai servi se tutte le porte fossero serrate; indi chiese al cavallante se avesse veduto le due cernide prima di scappare dalla torre. Il cavallante non le avea vedute; ma ad ogni modo non bastavano due soli uomini a menare tutto quel gran rumore che si udiva di fuori; e Lucilio giudicò tosto che qualche nuovo accidente fosse intervenuto. Avesse già avuto effetto il ricorso al vice-capitano? — Pareva troppo presto; tanto più che la soverchia premura non era il difetto delle milizie d’allora. Certo peraltro qualche soccorso era capitato; se pure gli assalitori non erano tanto ubriachi da favorirsi le archibugiate fra di loro. In quella, alle querele delle donne di Fulgenzio e del fattore, successe contro le finestre un tambussare di uomini, e un gridar che si aprisse e che si stesse quieti, perchè tutto era finito. Il conte e la contessa non s’acquietavano per nulla, credendo che fosse uno strattagemma immaginato per entrare in casa a tradimento. Tutti si stringevano angosciosamente intorno a Lucilio aspettando consiglio e salute da lui solo; la contessina Clara s’era messa alla porta della scala deliberata a correre dalla nonna non appena il pericolo si facesse imminente. I suoi occhi rispondevano valorosamente agli sguardi del giovane; che badasse

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