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capitolo sesto. 273

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:300|3|0]] cordare le vicende, i batticuori, e i trionfi della sera prima, potevano benissimo credere che si avesse giuocato la fortuna d’una famiglia per ogni partita, e non già un pezzo da venti soldi. Soltanto presso la moglie del correggitore si passava questo limite, per giungere fino al mezzo ducato; ma l’invidia si vendicava di questa fortuna coll’accusar quella dama di avidità e perfino di trufferia. Alcune veneziane maritate a Portogruaro, o accasatevi cogli sposi per ragioni d’uffizio, facevano causa comune colle signore del luogo contro il primato della signora correggitrice. Ma costei aveva la fortuna di esser bella, di saper muovere la lingua da vera veneziana, e di dardeggiare le occhiate più lusinghiere che potessero desiderarsi. I giovani le si affollavano intorno in chiesa, al caffè, in conversazione; ed io non saprei dire se gli omaggi di questi le fossero più graditi dell’invidia delle rivali. La moglie del podestà, che gesticolava sempre colle sue manine bianche e profilate, pretendeva che le mani di lei fossero proprio da guattera; la sorella del soprintendente asseriva che l’aveva un occhio più alto dell’altro; e ciò dicendo allargava certi occhioni celesti che volevano essere i più belli della città, e non rimanevano che i più grandi. Ognuno notava nell’emula comune brutte e difettose quelle parti, che in sè credeva perfette: ma la bella calunniata, quando la cameriera le riportava queste gelose mormorazioni, si sorrideva nello specchio. Aveva due labbra così rosee, trentadue denti così piccioletti, candidi e bene aggiustati, due guancie così rotonde e vezzeggiate da due fossettine tanto amorose, che solo col sorriso pigliava la rivincita di quelle accuse.

Potete figurarvi che la nobildonna Frumier, appena arrivata, ebbe subito intorno una gran ressa di queste leziose. Come donna, era essa in vero d’età più che matura; come veneziana aveva dimenticato la fede di nascita, e nelle maniere, nelle occhiate, nell’acconciatura, osten-

I. 18

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