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capitolo sesto. 281

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:308|3|0]] pigliassero qualche disinvoltura. E poi bisognava farsi avanti, perchè gli sposatori ragionavano anzi tutto cogli occhi, e quelle due pettegole non ci perdevano nulla ad esser guardate. Questi furono gli argomenti messi in campo dalla signora, per persuadere il marito ad avventurarsi colla carrozza due volte per settimana sulla strada di Portogruaro. Prima per altro il prudentissimo conte mandò una dozzina di lavoratori, che riattassero la strada nei passaggi più scabrosi e nelle buche più profonde; e volle che il cocchiere guidasse i cavalli di passo, e che due lacchè coi lampioni precedessero il legno. I due lacchè furono Menichetto, figliuolo di Fulgenzio, e Sandro del Mulino, ai quali si buttò addosso per pompa una veste scarlatta, ritagliata da due vecchie gualdrappe di gala. Io montava sulla predella di dietro e per tutta la strada, che era di tre buone miglia, mi divertiva a guardar la Pisana pel finestrino del mantice. Per che cosa poi dovessi accompagnarli anch’io in quelle visite, durante le quali io restava a dormicchiare nella cucina del Frumier, ve lo spiegherò ora. Come il conte si tirava dietro il cancelliere, così il cancelliere si tirava dietro me. Io era, in poche parole, l’ombra dell’ombra; ma in questo caso il farla da ombra non mi spiaceva gran fatto, poichè mi porgeva il pretesto di seguitar la Pisana, fra la quale e me gli amori continuavano di gran cuore, interrotti e variati dalle solite gelosie, rannodati sempre dalla necessità e dall’abitudine.

Fra un giovinetto di tredici anni e una fanciulla di undici, cotali intrighetti non sono più cose da prendersi a gabbo. Ma io ci pigliava gusto, ella del pari in difetto di meglio, i suoi genitori non si davano fastidio di nulla, e le cameriere e le fantesche, dopo le mie gesta memorabili e il mio tramutamento in alunno di cancelliere, aveano preso a riverirmi come un piccolo signore, e a lasciarmi fare il piacer mio in ogni cosa. I giuochetti continuavano dunque facendosi seri sempre più: ed io andava già architettando certi

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