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284 | le confessioni d’un ottuagenario. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:311|3|0]]rente ama la sua parte di cielo; e col cuore e coll’ingegno e colle mille arti d’uno spirito immaginoso e d’una volontà onnipotente, s’adoperava di legare a sè con nodi sempre nuovi quell’altra parte necessaria di se stesso che viveva in Clara. Costei cedeva deliziosamente a tanta forza d’amore; amava la giovinetta, con quanta forza aveva nell’anima; e non pensava più in là, perchè Dio proteggeva la sua innocenza, la sua felicità, ed ella era abbastanza felice di non temer nulla, di non dovere arrossire di nulla. Quella massima tetra e bugiarda che vieta alle zittelle l’amore, come una perversità ed una colpa, non era mai entrata negli articoli della sua religione. Amare anzi era la sua legge; e le aveva ubbidito e le ubbidiva santamente.
Così non si dava ella nessuna cura di nascondere quel dolce sentimento che Lucilio le aveva inspirato; e se il conte e la contessa non se n’accorsero, fu forse solamente perchè la cosa, secondo loro, era tanto fuori d’ogni verisimiglianza da non consentire nemmeno il sospetto. D’altra parte alle zittelle d’allora non era assolutamente proibito d’innamorarsi di chicchessia: bastava che la passione non andasse oltre. La gente di casa bisbigliava già, che quando la contessina sarebbe maritata il dottor Lucilio sarebbe stato il suo cavalier servente. Ma un giorno che la Rosa disse al giovine qualche scherzo sopra questo soggetto, mi ricordo averlo veduto impallidire, e mordersi i mustacchi colla peggior bile del mondo. Anche la vecchia contessa, a mio credere, aveva scoperto il mistero della Clara; ma la era essa troppo incapricciata del giovine, per torselo dattorno a vantaggio della nipote. Forse anche l’immaginazione sua, ancella inconsapevole dell’interesse, la facea trovare mille argomenti per escludere quelle paure. Al postutto Lucilio, pensava ella, mostravasi tanto guardingo, che la Clara si sarebbe calmata. Conosceva ella, o credeva conoscere la buona vecchia, quelle belle nuvole dorate che attraversano