Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
capitolo ottavo. | 359 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:386|3|0]]dere anche questo. Per ricattarsi della sconfitta toccata in senato, deliberarono di attraversare l’esecuzione di quel decreto, e a tal fine si decise di usar col senato il metodo del celebre Boerhaave, il quale inzuccherava le pillole de’ suoi ammalati perchè le inghiottissero senza gustarne l’amaro. Si dimostrò di poter far poco e a rilento per la povertà dell’erario; si fece nulla e mai: ogni provvedimento si ridusse a settemila uomini stentatamente raccolti ed appostati a spizzico nella Lombardia veneta. Pesaro, Pietro suo fratello, ed uno fra i Savii stessi il cui nome va scevro, almeno in questo, dalla comune ignominia, Filippo Calbo, designarono al senato la mala fede di tante tergiversazioni; ma il senato era ricaduto nel suo cieco torpore, inghiottì la pillola inzuccheratagli dai Savii, e non ne gustò per allora l’amarezza, ma ne sentì poscia la velenosa virtù.
Così la mia vita cominciava ad aggirarsi fra le rovine; il senno mi si afforzava ogni giorno più in lunghi e rabbiosi studii; mi crescevano, unite alla forza contro il dolore, la forza e la volontà di operare; l’amore mi torturava, mi mancava la famiglia, mi moriva la patria. Ma come avrei io potuto amare, o meglio, come mai quella patria torpida, paludosa, impotente, avrebbe potuto destare in me un affetto degno, utile, operoso? Si piangono, non si amano i cadaveri. La libertà dei diritti, la santità delle leggi, la religione della gloria, che danno alla patria una maestà quasi divina, non abitavano da gran tempo sotto le ali del Leone. Della patria eran rimaste le membra vecchie, divelte, contaminate; lo spirito era fuggito, e chi sentiva in cuore la divozione delle cose sublimi ed eterne, cercava altri simulacri cui dedicare la speranza e la fede dell’anima. Se Venezia era de’ governi italiani il più nullo e rimbambito, tutti dal più al meno agonizzavano di quel difetto di pensiero o di vitalità morale. Perciò il numero degli animi, i quali si consacrarono al culto della libertà e degli altri