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372 le confessioni d’un ottuagenario.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:399|3|0]]molti strafalcioni che sgorgavano dalla fecondissima penna del mio principale. E sì che aveva sempre il capo nelle nuvole! e ad ogni pedata che udissi nel cortile correva alla finestra, per vedere se era la Pisana che usciva o tornava dalle sue gite solitarie. Era tanto inasinito, che nemmeno lo scarpiccìo di due zoccoli mi lasciava quieto; udiva sempre la Pisana, la vedeva dovunque, e per quanto ella sfuggisse d’incontrarsi con me, e incontratomi mi tenesse il broncio, io non cessava dal desiderarla come il solo bene che m’avessi. La signora Veronica si compiaceva di gabbarmi per questa mia smania; e m’intratteneva sovente del gran chiasso che la Pisana faceva a Portogruaro, e di Giulio Del Ponte che moriva per lei, e di Raimondo Venchieredo che, escluso dal vederla a Fratta o in casa Frumier, l’aspettava sulla strada, o nei luoghi ov’ella costumava passeggiare. Io mi rodeva di dentro e scappava da quella ciarlona. Rifaceva passo passo le corse di una volta; andava fino al bastione di Attila a contemplarvi il tramonto; là mi saziava di quel sentimento dell’infinito con cui la natura ci accarezza nei luoghi aperti e solinghi; guardava il cielo, la laguna, il mare; riandava le memorie della mia infanzia, pensando quanto era fatto diverso, e quante diversità ancora mi prometteva o mi minacciava il futuro.

Qualche volta mi ricoverava a Cordovado in casa Provedoni, dove almeno un po’ di pace, un po’ di giocondità famigliare mi rinfrescava l’anima, quando non la guastava la Doretta colle sue scappatelle o co’ suoi grilli da gran signora. I più piccoli dei fratelli Provedoni, Bruto, Grifone, Mastino erano tre bravi ed operosi garzoni, ubbidienti come pecore, e forti come tori. La Bradamante e l’Aquilina mi piacevano assai per la loro rozza ingenuità, e pel continuo e allegro affaccendarsi delle loro manine a vantaggio della famiglia. L’Aquilina era una fanciulla di forse appena dieci anni; ma attenta grave e previdente come una reggitrice di

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