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capitolo nono. 427

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:454|3|0]]giovare ad Amilcare per qualche altra via, fecero ch’io mi acquietassi in quanto aveva operato; anzi cessai a poco a poco di darmi pensiero della sorte dell’amico per badare alla mia. Mano a mano che mi allontanava dalla laguna per entrare in quel laberinto di fiumane, di scoli e di canali che uniscono a Venezia il basso Friuli, mi si abbujavano nella mente le vicende di quell’ultimo anno, e quelli vissuti prima vi ricomparivano col guizzante barbaglio dei sogni. Mi pareva che la barca, nella quale era, mi rimenasse verso il passato, e che ogni colpo di remo distruggesse un giorno della mia vita, o per meglio dire, mi riconquistasse uno dei giorni trascorsi. Niente dispone meglio alla meditazione, alla mestizia, alla poesia, di un lungo viaggio traverso a paludi nella piena pompa della state. Quegli immensi orizzonti di laghi, di stagni, di pelaghi, di fiumi, inondati variamente dall’iride della luce; quelle verdi selve di canne e di ninfee, dove lo splendor dei colori gareggia colla forza dei profumi per ammaliare i sensi, già spossati dall’aria greve e sciroccale; quel cielo torrido e lucente che s’incurva immenso di sopra, quel fremito continuo e monotono di tutte le cose animate e inanimate in quello splendido deserto mutato per magia di natura in un effimero paradiso, tutto ciò mette nell’anima una sete inesauribile di passione e un sentimento dell’infinito.

Oh la vita dell’universo nella solitudine è lo spettacolo più sublime, più indescrivibile che ferisca l’occhio dell’uomo! Perciò ammiriamo il mare nella sua eterna battaglia, il cielo ne’ suoi tempestosi annuvolamenti, la notte ne’ suoi fecondi silenzii, nelle sue estive fosforescenze. È una vita che si sente e sembra comunicare a noi il sentimento d’un’esistenza più vasta, più completa dell’umana. Allora non siamo più i critici e i legislatori, ma gli occhi, gli orecchi, i pensieri del mondo; l’intelligenza non è più un tutto ma una parte; l’uomo non pretende più di com-

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