< Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

capitolo primo. 37

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:64|3|0]]nienza gli avrei dato mano ricaricando le pistole, o menando colpi da disperato colla mia ronca; e così sgricciolo com’io era, mi sapeva male che altri ridesse di queste spampanate. Martino crollava il capo; e intendendo ben poco dei nostri ragionamenti seguitava a borbottare, che non era prudenza l’esporre un ragazzo alle rappresaglie cui poteva andar incontro un cavallante, andando a levar pegni, o ad affiggere bandi di dazi e di confische. Al fatto quei villani stessi, che facevano sì trista figura nelle Cernide e tremavano nella cancelleria ad un’occhiata dell’officiale, sapevano poi adoperar per bene il fucile e la mannaia in casa loro o nelle campagne, e per me, se dapprincipio mi faceva maraviglia una tale sconcordanza, mi sembra ora di averne trovato la vera ragione. Noi Italiani avemmo sempre una naturale antipatia per le burattinate; e ne ridiamo sì, assai volentieri; ma più volentieri anco ridiamo di coloro che vogliono darci ad intendere che le sono miracoli e cose da levarsi il cappello. Ora quelle masnade d’uomini, attruppati come le pecore, messi in fila a suon di bacchetta e animati col piffero, nei quali il valore è regolato da una parola tronca del comandante, le ci parvero sempre una famosa comparsa di burattini; e questo accadde, perchè tali comparse furono sempre a nostro discapito e radissime volte a vantaggio. Ma stando così la cosa pur troppo, l’idea di entrare in quelle comparse e di farvi la figura del bambolo ci avvilisce a segno, che ogni volontà di far bene, e ogni sentimento di dignità ci scappa dall’animo. Parlo, s’intende, dei tempi andati; ora la coscienza d’un gran fine può averci raccomodato l’indole in questo particolare. Ma anche adesso, filosoficamente, non si avrebbe forse torto a pensare come si pensava una volta; e il torto sta in questo, che si ha sempre torto a incaponirsi di restar savi e di adoperare secondo le regole di saviezza, allorché tutti gli altri son pazzi ed operano secondo la loro pazzia. Infatti la

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.