< Pagina:Le confessioni di un ottuagenario I.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

capitolo secondo. 59

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario I.djvu{{padleft:86|3|0]]sovente i sensi vengono stuzzicati prima dei sentimenti, con sommo pericolo dell’euritmia morale per tutta la vita. Quanti uomini e donne di gran senno ereditarono la vergognosa necessità del libertinaggio dalle abitudini dell’infanzia? — Parliamoci schietto. — La metafora di assomigliar l’uomo ad una pianta, che tenerella si torce e si raddrizza a talento del coltivatore, fu bastantemente adoperata, perchè possa usarla anch’io come una buona maniera di raffronto. Ma più che una tale metafora varrà a spiegar la mia idea l’apologo del cauterio, che aperto una volta non si può più rinchiudere: gli umori concorrono a quella parte, e convien lasciarli colare sotto pena di guastarne altrimenti tutto l’organismo. Data la sveglia ai sensi come si può negli anni dell’ignoranza, sopravverrà si la ragione a vergognarsene a lamentarne la sozza padronanza; ma come sopravviene la forza di debellarli e di rimetterli al loro posto di sudditi? — Lo sviluppo seguita l’avviamento che gli si diede nei principii, in onta all’elegia della ragione e al rossore che se ne prova; e così si formano quegli esseri mezzi, anzi doppi, nei quali la depravazione dei costumi è unita all’altezza dell’intelletto, e fino ad un certo segno anche all’altezza dei sentimenti. Saffo ed Aspasia appartengono alla Storia non alla Mitologia greca; e sono due tipi di quelle anime capaci di grandi passioni, non di grandi affetti, quali se ne formano tante al nostro tempo, per la sensuale licenza che toglie ai fanciulli di essere innocenti, prima ancora che possano diventare colpevoli. Si dirà che l’educazione cristiana distrugge poi i perniciosi effetti di quelle prime abitudini.— Ma lasciando che è tempo sprecato quello nel quale si distrugge, e invece si avrebbe potuto edificare, io credo che una tale educazione religiosa serva meglio a velare che ad estirpare il male. Tutti sanno quali stenti indurassero sant’Agostino e sant’Antonio per domare gli stimoli della carne e vincere le tentazioni; ora

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.