< Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
166 le confessioni d'un ottuagenario.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario II.djvu{{padleft:174|3|0]]Anzichè intendere per me, egli sarà quello che si farà esecutore delle maledizioni di mio padre! —

Da queste parole, dal suono della voce, dal tenor degli sguardi, io mi persuasi che la povera Aglaura era innamorata di me, e che il dolore di perdermi l’avea menata a quel consiglio disperato di seguirmi. Io mi sentiva pieno di riconoscenza, di compassione per lei. Se la Pisana fosse rimasta con sua eccellenza Navagero, o fosse scappata col tenente Minato, credo che avrei amato di colpo l’Aglaura non foss’altro per riconoscenza. Ma sono stanco di scrivere, e voglio chiudere il capitolo lasciandovi nell’incertezza di quello che ne avvenne poi.

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.