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capitolo decimosecondo. | 61 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le confessioni di un ottuagenario II.djvu{{padleft:69|3|0]]temi anzi, chè son molto novizio in quest’arte, e morrò certo di crepacuore prima d’averla imparata!...
— Ed io, credete ch’io brami e voglia vivere un pezzo? — soggiunse mestamente la Clara. — Sappiate che nessuna grazia domando alla Madonna con tanta insistenza, con tanto fervore quanto questa, di morire fra breve e di salire in cielo a intercedere per voi!...
— Ma io, io sdegno le vostre preghiere! — scoppiò rugghiando Lucilio. — Io voglio voi! voglio la mia felicità, il ben mio!...
— Calmatevi! abbiate compassione di me!..... Nel mondo non v’è più bene, lo so pur troppo!... Sapete che corre già la voce dell’abolizione di tutti gli Ordini religiosi, e della demolizione dei conventi!...
— Sì sì; e questa voce si avvererà!.... Ve lo giuro io che si avvererà. Io stesso farò sì che di questi sepolcri di viventi non resti più pietra sopra pietra!...
— Tacete, Lucilio, per carità tacete! — riprese la Clara guardando affannosamente la madre compagna, che si dimenava forse con segreta compiacenza sulla sua seggiola: — Convertitevi al timore di Dio e alla fede vera fuor della quale non v’è salute!... Non commettete questi peccati di eresia che vi fanno colpevole mortalmente dinanzi a Dio! Non oltraggiate la santità di quelle anime che sposano su questa terra il loro Creatore, per renderlo più clemente verso i loro fratelli d’esiglio!...
— Anime ipocrite, anime false e corrotte, — sclamò digrignando Lucilio — le quali si adoperano per accalappiare, per domare altre anime semplici e deboli!...
— No, signor Dottore carissimo; non voglia calunniarci così alla cieca; entrò a dire con una voce secca e nasale la madre compagna. — Queste anime ipocrite che sacrificano la vita intiera per afforzare e per salvare le deboli, sono le sole che difendano omai la fede e i buoni