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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:107|3|0]]Altre volte mi veniva un po’ d’inquietudine, parendomi ch’io mi fossi ingannato nel giudicarla bruttina, ed era obbligato di convenire che i contorni e le forme non erano irregolari.

— Se non fosse così pallida, diceva io, e non avesse quelle poche lenti sul volto, potrebbe passare per bella. —

Il vero è che non è possibile di non trovare qualche incanto nella presenza, negli sguardi, nella favella d’una giovinetta vivace ed affettuosa. Io poi non avea fatto nulla per cattivarmi la sua benevolenza, e le era caro come padre o come fratello, a mia scelta. Perchè? Perch’ella avea letto la Francesca da Rimini e l’Eufemio, e i miei versi la faceano piangere tanto! e poi perch’io era prigioniero, senza avere, diceva ella, nè rubato nè ammazzato!

Insomma, io che m’era affezionato a Maddalena senza vederla, come avrei potuto essere indifferente alle sorellevoli premure, alle graziose adulazioncelle, agli ottimi caffè della

«Venezianina adolescente sbirra?»

Sarei un impostore se attribuissi a saviezza il non essermene innamorato. Non me ne innamorai, unicamente perchè ella avea un amante,

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