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Capo XL.

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Io pazientava per non farmi dare del bigotto e dell’intollerante, e perchè non disperava che, dopo quella febbre di erotiche buffonerie, venisse un periodo di serietà. Intanto gli andava manifestando la mia disapprovazione alla sua irriverenza per le donne, al suo profano modo di fare all’amore, e compiangeva quelle infelici ch’ei mi diceva essere state sue vittime.

Ei fingeva di creder poco alla mia disapprovazione, e ripeteva Checchè borbottiate d’immoralità, sono certo di divertirvi co’ miei racconti; — tutti gli uomini amano il piacere come io, ma non hanno la franchezza di parlarne senza velo; ve ne dirò tante che v’incanterò, e vi sentirete obbligato in coscienza d’applaudirmi.

Ma di settimana in settimana, ei non desisteva mai da queste infamie, ed io (sperando sempre ad ogni lettera di trovare altro tema, e lasciandomi attrarre dalla curiosità) leggeva tutto, e l’anima mia restava — non già sedotta — ma

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