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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:19|3|0]]Una voce interna parea rispondermi: — Colui che tutti gli afflitti invocano ed amano e sentono in sè stessi! Colui che dava la forza ad una Madre di seguire il Figlio al Golgota, e di stare sotto la sua croce! l’amico degl’infelici, l’amico dei mortali! —
Quello fu il primo momento, che la religione trionfò del mio cuore; ed all’amor filiale debbo questo benefizio.
Per l’addietro, senza essere avverso alla religione, io poco e male la seguiva. Le volgari obbiezioni, con cui suole essere combattuta, non mi parevano un gran che, e tuttavia mille sofistici dubbi infievolivano la mia fede. Già da lungo tempo questi dubbi non cadevano più sull’esistenza di Dio, e m’andava ridicendo che se Dio esiste, una conseguenza necessaria della sua giustizia è un’altra vita per l’uomo, che patì in un mondo così ingiusto: quindi la somma ragionevolezza di aspirare ai beni di quella seconda vita: quindi un culto d’amore di Dio e del prossimo, un perpetuo aspirare a nobilitarsi con generosi sacrifizi. Già da lungo tempo m’andava ridicendo tutto ciò, e soggiungeva: — E che altro è il Cristianesimo se non questo per-