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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:257|3|0]]gnifico nella sua bontà, e del quale avevamo tanto di bisogno.
Veniva la visita mattutina delle guardie. Queste davano un’occhiata alla stanza per vedere se tutto era in ordine, ed osservavano la mia catena, anello per anello, a fine d’assicurarsi che qualche accidente o qualche malizia non l’avesse spezzata o piuttosto (dacchè spezzar la catena era impossibile) faceasi questa ispezione per obbedire fedelmente alle prescrizioni di disciplina. S’era giorno che venisse il medico, Schiller dimandava se si voleva parlargli, e prendea nota.
Finito il giro delle nostre carceri, tornava Schiller ed accompagnava Kunda, il quale aveva l’ufficio di pulire ciascuna stanza.
Un breve intervallo, e ci portavano la colezione. Questa era un mezzo pentolino di broda rossiccia, con tre sottilissime fettine di pane; io mangiava quel pane e non bevea la broda.
Dopo ciò mi poneva a studiare. Maroncelli avea portato d’Italia molti libri, e tutti i nostri compagni ne aveano pure portati, chi più, chi meno. Tutto insieme formava una buona bibliotechina. Speravamo inoltre di poterla aumentare, coll’uso de’ nostri denari. Non era ancor venuta