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Capo LXXIX.

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Nel principio del 1824, il soprintendente, il quale aveva la sua cancelleria ad uno de’ capi del nostro corridoio, trasportossi altrove, e le stanze di cancelleria con altre annesse furono ridotte a carceri. Ahi! capimmo che nuovi prigionieri di stato doveano aspettarsi d’Italia.

Giunsero infatti in breve quelli di un terzo processo; tutti amici e conoscenti miei! Oh, quando seppi i loro nomi qual fu la mia tristezza! Borsieri era uno de’ più antichi miei amici! A Confalonieri io era affezionato da men lungo tempo, ma pur con tutto il cuore! Se avessi potuto, passando al carcere durissimo od a qualunque immaginabile tormento, scontare la loro pena e liberarli, Dio sa se non l’avrei fatto! Non dico solo dar la vita per essi: ah che cos’è il dar la vita? soffrire è ben più!

Avrei avuto allora tanto d’uopo delle consolazioni del P. Battista; non gli permisero più di venire.

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