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Trabalzai dal piacere e dalla sorpresa a questa non mai prima avvenuta partecipazione, e chiesi maggiori particolarità.
— Lasciai, gli diss’io, genitori, fratelli e sorelle a Torino. Vivono tutti? Deh, s’ella ha una lettera d’alcun di loro, la supplico di mostrarmela!
— Non posso mostrar niente. Ella deve contentarsi di ciò. È sempre una prova di benignità dell’Imperatore il farle dire queste consolanti parole. Ciò non s’è ancor fatto a nessuno.
— Concedo esser prova di benignità dell’Imperatore; ma ella sentirà che m’è impossibile trarre consolazione da parole così indeterminate. Quali sono que’ miei congiunti che stanno bene? Non ne ho io perduto alcuno?
— Signore, mi rincresce di non poterle dire di più di quel che m’è stato imposto. —
E così se ne andò.
L’intenzione era certamente stata di recarmi un sollievo con quella notizia. Ma io mi persuasi che, nello stesso tempo che l’Imperatore aveva voluto cedere alle istanze di qualche mio congiunto, e consentire che mi fosse portato quel cenno, ei non volea che mi si mostrasse alcuna