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Capo XCV.

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Partimmo la stessa mattina da Mantova per Brescia. Qui fu lasciato libero l’altro concaptivo, Andrea Tonelli. Quest’infelice seppe ivi d’aver perduta la madre, e le desolate sue lagrime mi straziarono il cuore.

Benchè angosciatissimo qual io m’era, per tante cagioni, il seguente caso mi fece alquanto ridere.

Sopra una tavola della locanda v’era un annuncio teatrale. Prendo, e leggo: — Francesca da Rimini, opera per musica ec.

— Di chi è quest’opera? dico al cameriere.

— Chi l’abbia messa in versi e chi in musica, nol so, risponde. Ma insomma è sempre quella Francesca da Rimini, che tutti conoscono.

— Tutti? V’ingannate. Io che vengo di Germania, che cosa ho da sapere delle vostre Francesche? —

Il cameriere (era un giovinotto di faccia sdegnosetta, veramente bresciana) mi guardò con disprezzante pietà.

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