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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:349|3|0]]detto, esservi un letto per me nella camera di un brigadiere, e dover aspettare gli ordini superiori.

Io pensava di poter partire il dì seguente, mi posi a letto, e dopo aver chiacchierato alquanto coll’ospite brigadiere, m’addormentai profondamente. Da lungo tempo non avea più dormito così bene.

Mi svegliai verso il mattino, m’alzai presto, e le prime ore mi sembrarono lunghe. Feci colezione, chiacchierai, passeggiai in istanza e sulla loggia, diedi un’occhiata ai libri dell’ospite; finalmente mi s’annuncia una visita.

Un gentile uffiziale mi viene a dar nuove di mio padre, e a dirmi esservi di esso in Novara una lettera la quale mi sarà in breve portata. Gli fui sommamente tenuto di quest’amabile cortesia. Volsero alcune ore che pur mi sembrarono eterne, e la lettera alfin comparve.

Oh qual gioia nel rivedere quegli amati caratteri! qual gioia nell’intendere che mia madre, l’ottima mia madre viveva! e vivevano i miei due fratelli, e la sorella maggiore! Ahi, la minore, quella Marietta fattasi monaca della Visitazione, e della quale erami clandestinamente

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