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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Le mie prigioni.djvu{{padleft:47|3|0]]Coraggio, mia cara; il Signore non abbandona alcuno.

Chi poteva impedirmi d’immaginarmela bella e più infelice che colpevole, nata per la virtù, capace di ritornarvi, s’erasene scostata? Chi potrebbe biasimarmi s’io m’inteneriva udendola, s’io l’ascoltava con venerazione, s’io pregava per lei con un fervore particolare?

L’innocenza è veneranda, ma quanto lo è pure il pentimento! Il migliore degli uomini, l’uomo-Dio, sdegnava egli di porre il suo pietoso sguardo sulle peccatrici, di rispettare la loro confusione, d’aggregarle fra le anime ch’ei più onorava? Perchè disprezziamo noi tanto la donna caduta nell’ignominia?

Ragionando così, fui cento volte tentato di alzar la voce e fare una dichiarazione d’amor fraterno a Maddalena. Una volta avea già cominciato la prima sillaba vocativa: «Mad!...» Cosa strana! il cuore mi batteva, come ad un ragazzo di quindici anni innamorato; e sì, ch’io n’avea trent’uno, che non è più l’età dei palpiti infantili.

Non potei andar avanti. Ricominciai: «Mad!... Mad!...» E fu inutile. Mi trovai ridicolo, e gridai dalla rabbia: «Matto! e non Mad!»

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